Cezar Nasuescu, Ironman: Equilibrio tra vita di tutti i giorni e lo sport

epa06266627 Kaisa Salt of Finland finishes in 5th place during the 2017 Ironman World Championship Triathlon in Kailua-Kona, Hawaii, USA, 14 October 2017. EPA/Bruce Omori

E’ difficile trovare un giusto equilibrio tra vita ordinaria quotidiana lavorativa e famigliare e vita sportiva ad alto livello che sia qualitativo o quantitativo, trovare il tempo e le condizioni per allenarsi, per mantenere lo stato di forma ed è importante fare attenzione ad ogni aspetto per continuare a sperimentare benessere praticando sport ed anche per continuare ad ottenere prestazioni soddisfacenti. Cezar è un triatleta ironman e amante di lunghi viaggi in bici, ci spiega le sue passioni ed emozioni attraverso risposte a un mio questionario di un po’ di tempo fa.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Amare lo sport e tante volte fare dei sacrifici.”

Se ami qualcosa sei disposto a fare tanta strada felicemente e tanti sacrifici.

Quali fattori hanno contribuito alla tua performance? “Allenamenti…a volte non facili.”

Per ottenere qualcosa bisogna faticare in ogni campo, economico, lavorativo, famigliare, bisogna impegnarsi nelle relazioni, nel lavoro, in un’attività economica, per avere dei frutti ed anche nello sport se ti impegni, se lavori duramente ma felicemente otterrai quello che vuoi con convinzione ed impegno.

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? “Prima di una gara pesce e verdura…durante la gara tanta acqua…dopo una gara pasta; carne e perché no una birra…non uso mai farmaci.”

Importante è comunicare, trasmettere e condividere le buone prassi. Perché intossicarci con i farmaci con tutto quello di buono che ci offre la natura, ma ognuno è libero delle sue scelte, della sua salute, del suo benessere.

Chi ha contribuito nello sport al tuo benessere o performance?  “Nessuno…solo la mia volontà di non mollare.”

Non si finisce mai di imparare non solo dalla teoria ma soprattutto dall’esperienza diretta.

Nel modello transteorico di DiClemente e Prochaska, la fase fondamentale è quella del mantenimento. La fase critica è quella precontemplativa, non ci si rende conto del proprio malessere o disagio, a volte ci si trova in una fase contemplativa in cui si è consapevoli di un problema ma si temporeggia, si rimanda la risoluzione, importante è la fase dell’azione quando si è consapevoli di una difficoltà e si passa all’azione, si fa qualcosa per star meglio, per risolvere il problema. Ma ancora più importante è la fase del mantenimento dove l’azione non è occasionale ma continuativa, non si molla, si continua con l’intento di sperimentare benessere e star bene con il corpo e con la mente..

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ironaman Walles 20015. All’inizio dell’Ironman per le emozioni forti di quell’atmosfera che ero lì ho cominciato piangere.”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività? “A volte dicono…ma chi te lo fa fare.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Per un incidente al km 30 alla maratona di Las Palmas Gran Canaria gennaio 2016 ho dovuto correre con una gamba…il divertente è che sono arrivato ultimo però mi hanno ricevuto al traguardo meglio del vincitore…è stato fantastico.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Credere in te stesso fino alla fine.”

A volte lo sport ti fa scoprire le tue virtù, le tue capacità nascoste e insospettabili.

Quali sono le capacità, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Stabilendo traguardi ogni volta e provare a raggiungerli…in poche parole combattere con te stesso.”

Diventa una sfida continua con te stesso, l’essenza della vita, stabilire quello che si vuole e provare a raggiungerlo, sentire cosa si ha bisogno e mobilitare le energie e le capacità per soddisfare i propri bisogni, le proprie aspettative, le proprie esigenze.

Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Concretizzare i tuoi allenamenti.”

La gara diventa il momento della verità, la verifica finale.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Sì…tante volte.”

Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Carica positiva…stare bene con te e con gli altri.”

In ogni campo della vita se non stai bene con te stesso non stai bene nemmeno con gli altri, è quello che succede in ambiente sportivo, lavorativo, famigliare.

Quali sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “In allenamento onestamente a volte ti vengono problemi quotidiani, però in gara pensare di arrivare alla linea del traguardo.”

La gara è gara, quando si indossa il pettorale ci si concentra per l’obiettivo stabilito che può essere una prestazione eccellente o semplicemente portare a termine una gara difficile.

Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? “Le difficoltà di mantenere un equilibrio tra vita di tutti i giorni e lo sport…devi fare attenzione sempre se vuoi avere delle soddisfazioni e risultati.”

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Fisiche, a volte, spingere di più di quello che puoi.”

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Sappiamo tutti che mollare non fa parte del dizionario di un atleta…continuare a fare sport perché lo sport ti dà le regole sane di vita.”

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sono stato fortunato, non ho avuto grandi problemi, però cerco di avere intorno persone positive che ti danno buoni consigli.

Un po’ è fortuna ma per la gran parte è saperci fare, saper costruire uno stile di vita che permette di stare bene in salute, è importante crearsi una rete protettiva, delle persone di riferimento pronte ad aiutarti nel caso di bisogno.

Ti hanno consigliato di ridurre la tua attività sportiva, hai mai pensato di smettere di essere atleta? “Di ridurre attività sportiva sì, però di smettere non se ne parla, vivo per lo sport.”

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “In questi tempi è un po’ difficile con i ragazzi, però se devo dire una cosa sarà: ‘La scelta è vostra: sport che ti dà prima di tutto la salute oppure la strada che tutti sappiamo ti porta prima o poi a distruggerti.”

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Mai, sono al livello amatoriale, non voglio arrivare in nessuna parte, lo faccio per me, per la mia salute, ho 54 anni.”

Qual è un messaggio per sconsigliare il doping? “Pensate 2 volte prima di fare.”

Ritieni utile la figura dello psicologo nello sport? “Psicologo nello sport è indispensabile, di più ai livelli professionali.”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Tornare indietro non si può, voglio andare avanti e correre fino a 100 anni, viva lo sport.”

Quale gara ritieni non poter riuscire a portarla a termine? “Ironman Anuna, cosa che mette paura.”

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? Prossimi obiettivi? “Anglia-Romania in bici per 2 volte, London marathon 2013, Ironman Walles 2015, prossimi obiettivi America route 66 in bici, GRat Wall China marathon, around the world in bici.”

Mi piace around the world in bici. Lo sport rende felici praticandolo con ogni modalità e facendo tanta fatica che si può addomesticare. Lo sport accomuna tante persone, culture e mondi, rompe barriere ed avvicina distanze.

Un’intervista a Cezar è riportata nel libro “Triathlon e Ironman”, edito da Prospettiva Editrice, che è stato presentato venerdì 29 novembre presso il bar-caffetteria in via Olevano Romano 35-37, zona Prenestina-Gordiani, Roma.

Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta

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