Prendo come riferimento una recente situazione tecnica che si è verificata con cinque podisti che ho allenato per la 100 km del Passatore.
Tre di loro hanno ottenuto ottimi risultati, mentre gli altri due non hanno espresso la stessa prestazione. I primi tre hanno completato la distanza con un buon tempo, ma non è questo l’unico parametro per valutare il rendimento. Due hanno anche conquistato un buon piazzamento in classifica, mentre il terzo, pur con un distacco significativo in termini di tempo finale e posizione, ha comunque corso altrettanto bene.
Tutti e tre hanno soddisfatto le mie aspettative, esprimendo un rendimento percentuale molto buono, in linea con la mia previsione basata sulla loro velocità alla soglia anaerobica. Mi aspettavo un rendimento compreso tra il 65% e il 68% di tale velocità, e i loro risultati sono stati rispettivamente 68,6%, 67,6% e 66,9%.
Gli altri due, invece, hanno completato la prova con un rendimento inferiore, pari al 60,1% e 56,2%. Analizzando questi dati, si può dedurre che i primi tre siano specialisti della distanza rispetto agli altri due.
Interessante notare come il podista che ha reso al 60,1% sia arrivato prima di quello che ha espresso il 66,9%, ma ha comunque concluso la prova ben lontano dal proprio potenziale.
Questa situazione si verifica spesso anche su altre distanze, ed è compito dell’allenatore ottimizzare il rendimento quando emergono discrepanze nelle prestazioni. Non è un compito semplice, perché spesso i podisti non comprendono appieno l’importanza della specializzazione tecnica. Per diventare uno specialista è fondamentale applicarsi con dedizione al proprio obiettivo, seguendo un processo di adattamento fisiologico che richiede tempo.e, invece, hanno completato la prova con un rendimento inferiore, pari al 60,1% e 56,2%. Analizzando questi dati… continua a leggere