La programmazione del podista secondo Pizzolato

Prendendo sempre spunto dalle precedenti NL e facendo riferimento alla mia attività sportivo/fisica (mi alleno ma non gareggio), questa volta voglio portare all’attenzione la programmazione dell’allenamento, visto che ad aprile mi sono ritrovato in uno stato di sovra affaticamento per non avere rispettato alcune fondamentali regole della metodologia di allenamento.
La programmazione del carico di allenamento si basa su fasi della preparazione, di solito identificati in cicli, nei quali si raggruppano sedute di allenamento che determinano specifiche reazioni fisiche e fisiologiche.
Nel ciclo in cui si svolgono prevalentemente sedute di lunga durata e a bassa intensità si migliora la resistenza aerobica.
Quando si eseguono sedute ravvicinate (ogni settimana) di salite, si punta a migliorare la forza specifica (ma non solo perché, per esempio, prove che durano da 60 a 120 secondi migliorano anche le componenti lattacide e/o il massimo consumo di ossigeno).
In sostanza, in ogni ciclo di preparazione si persegue un obiettivo fisiologico. Il primo degli allenatori ad organizzare la preparazione con una sequenza strutturata è stato il noto neozelandese Arthur Lydiard con il metodo del “marathon training”, non tanto perché prevedeva che così si preparasse la maratona, quanto piuttosto perché dava rilevante importanza al “lavoro” aerobico, e quindi al percorrere tanti (davvero tanti) chilometri. Forse il termine “marathon” si riferiva anche alla durata di un ciclo completo di allenamento (circa 6 mesi).
Per esperienza so che molti amatori apprezzano questo tipo di preparazione, che dalla metodologia moderna è stato però non solo riveduto ma anche in parte accantonato. Questo metodo risulta infatti “snervante” proprio perché prevede cicli lunghi (e quindi monotoni) e diventa poco efficace se non si percorrono almeno 90 chilometri a settimana, un numero che per tanti amatori rischia di essere anche il doppio di quello standard. Senza un adeguato chilometraggio, il miglioramento aerobico non è così evidente a livello di variazioni fisiologiche. …  continua a leggere