Da quando – un anno fa – ho iniziato a studiare il lattato, ho approfondito diversi aspetti delle mie conoscenze tecniche, mentre altre curiosità attendono ancora verifiche e risposte.
Questo metodo di controllo degli allenamenti e di analisi della fisiologia del corridore ha messo in luce aspetti che il semplice monitoraggio delle pulsazioni sotto sforzo non evidenziava. Tra questi, il controllo della meccanica di corsa.
Grazie al test del lattato è possibile valutare a quali velocità il corridore perde efficienza. Questo fenomeno non si manifesta in tutti gli atleti, ma nei podisti che non “corrono bene” il difetto emerge chiaramente. Durante il test del lattato – che prevede incrementi di circa 10″/km per ogni step di 1200m (o 2000m, come accade per i top runner che cercano il ritmo gara della maratona) – la correlazione tra velocità e concentrazione del lattato tende a seguire un andamento curvilineo, tanto più regolare quanto più omogenei sono gli adattamenti fisiologici e biomeccanici.
Se un podista presenta lacune nella tecnica di corsa, il test le evidenzia con un andamento a “zig-zag” nella correlazione velocità/lattato. Il calo dell’efficienza meccanica può avvenire anche solo a una specifica velocità, mentre a ritmi più lenti o più veloci il corridore mantiene una buona efficienza……. continua a leggere