Monte Rosa SkyMarathon – la leggenda è tornata!

Oggi, niente avrebbe potuto fermare la Monte Rosa SkyMarathon, la gara più alta d’Europa, dal prolungare la leggenda iniziata nel 1992 con la gara che ha lanciato lo skyrunning nel piccolo paese di Alagna Valsesia, sul versante piemontese del Monte Rosa.

558 atleti da 36 Paesi hanno preso parte alla terza edizione dal rilancio del 2018, un numero leggermente più basso del solito, per via delle restrizioni dovute al Covid.

Con “soli” 35 chilometri di lunghezza, la durezza della gara è data dai tostissimi 7.000m di dislivello complessivi con la Capanna Margherita a 4.554m di quota a fare da giro di boa. Altro ingrediente in questa unica ricetta di puro skyrunning è l’AMA VK2, un doppio Vertical Kilometer®, corso in contemporanea su metà del percorso della gara principale.

Il bergamasco William Boffelli ha vinto la gara per la terza volta, con il terzo partner diverso. Stavolta ha fatto squadra con il valdostano Nadir Maguet, vincitore dell’AMA VK2 nel 2019. Il sodalizio ha dato i suoi frutti, con la coppia che ha tagliato il traguardo in prima piazza in 4h43’58”.

Boffelli ha commentato, “L’avevo detto prima della gara: “non c’è due senza tre” e l’ho portata ancora a casa. Sicuramente la vittoria più inaspettata, non per il compagno di squadra, ma perché arrivavo da un piccolo infortunio. Non potevo però non prendere parte alla Monte Rosa SkyMarathon!”.

Abbiamo fatto una super gara, fin dall’inizio,” ha aggiunto Maguet. “Abbiamo spinto sempre e dopo aver fatto il VK2 due anni fa, ho finalmente fatto il percorso completo. Le condizioni di neve non erano ideali, ma siamo riusciti a fare comunque un gran tempo.

Il secondo team maschile era composto da Franco Collé e Tadei Pivk, che hanno chiuso in 5h01’28”. Collé è ancora il detentore del record di gara a coppie con Boffelli, risalente al 2018, in 4h39’59” e Pivk, campione di skyrunning, dopo qualche anno lontano dalle competizioni ha provato il suo valore una volta di più. Terzi, a chiudere il podio maschile, sono stati i sorprendenti valdostani Henri Grosjacques e Daniel Thedy in 5h13’07”.

Dopo una settimana di gran caldo e con lo zero termico a 4.300m di quota, la neve era – fin troppo – morbida, rendendo ancora più dura la sfida. Per assicurare la sicurezza degli atleti, oltre al supporto delle guide alpine, il soccorso alpino e gli esperti volontari, i corridori dovevano correre in coppia, legati e calzando micro ramponi.

C’è stato un incidente, con un ponte di neve su un crepaccio che ha ceduto sotto i piedi di un atleta andato di poco fuori dal tracciato. Fortunatamente il suo compagno di cordata è stato pronto a trattenerlo. Le guide sono subito intervenute, così come l’elicottero del soccorso. L’atleta infortunato è stato portato all’ospedale di Aosta e le sue condizioni non sono serie.

Dimostrando grande solidarietà, la squadra immediatamente alle spalle ha fermato la propria gara per aiutare i concorrenti in pericolo, sacrificando minuti preziosi, ma riuscendo comunque a concludere al nono posto. Oltre al piazzamento in top ten, lo svedese André Jonsson e lo svizzero Rémi Français, hanno ricevuto un premio speciale per il fair play.

La gara femminile ha visto una graditissima novità nella partecipazione di skyrunner di primo livello, come le gemelle svedesi Lina e Sanna El Kott Helander, alle prese per la prima volta con una gara a così alta quota. Hanno trovato dura concorrenza nella coppia valdostana-valtellinese formata da Giuditta Turini e Laura Besseghini, che hanno riscattato il ritiro del 2019, avvenuto a pochissimo dalla vittoria. Le gemelle El Kott hanno chiuso in 6h22’12”.

Una gara meravigliosa su un tracciato spettacolare! Siamo felicissime di aver avuto l’opportunità di correre in questo ambiente incredibile,” hanno detto in coro. “Non siamo abituate alla quota, ma non abbiamo avuto problemi nella parte superiore. La neve si stava sciogliendo velocemente verso la fine, ma siamo riuscite ad arrivare comunque!” Arrivate prime, ovviamente.

Il team italiano Turini-Besseghini ha tagliato il traguardo raggiante per il secondo posto in 6h31’30” a poco distacco da Marina Cugnetto e Roberta Jacquinterze in 6h32’35”.

Non è stata una sorpresa vedere squadre italiane in cima al podio, avendo corso “in casa”, ma anche atleti provenienti da Paesi senza grandi altitudini come la Svezia, pur preoccupati dalla quota, hanno fatto grandi performance.

La seconda edizione dell’AMA VK2 ha visto l’americana Hillary Gerardi rubare la scena. Nel 2018 ha vinto la Monte Rosa SkyMarathon con la britannica Holly Page e quest’anno ha voluto tornare ad Alagna per respirare un po’ di aria di alta montagna. Nove chilometri di sola salita con 2.086m di dislivello positivo, questo perfetto doppio Vertical Kilometer® finisce a 3.260m di altitudine. Gerardi ha tagliato il ripido e innevato traguardo in 1h58’57” – nuovo record del percorso.

L’italiana Corinna Ghirardi ha chiuso per la seconda volta in un eccellente secondo posto in 2h02’33”, mentre la francese Iris Pessey, vincitrice nel 2019, si è accontentata del gradino più basso del podio con un crono di 2h09’17”.

Con Maguet, vincitore 2019 impegnato nella SkyMarathon, il primo gradino del podio maschile AMA VK2 è andato al collega alpino Damiano Lenzi in 1h32’13”9’48” meno del precedente record di Maguet. Lo svizzero Pascal Egli ha chiuso al secondo posto in 1h38’15” con l’italiano Giovanni Zamboni terzo in 1h42’43”.

Quello che era nato come il sogno di un uomo nel 1992 è diventato storia, la storia di uno sport innovativo e sempre nuovo. “La Monte Rosa SkyMarathon, la gara che ha segnato la nascita dello skyrunning è qui per rimanere!” ha dichiarato Marino Giacometti, fondatore dello sport e Presidente della International Skyrunning Federation. “Il palco è pronto per ripetere la storia – a creare una leggenda

Per maggiori info e i risultati www.monterosaskymarathon.com

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