Nella precedente NL, quando ho trattato dell’affidabilità dei test in generale, avevo concluso affermando che i test esprimono il “contenitore fisiologico” – vale a dire il potenziale del podista – mentre la prestazione che si ottiene è data dagli effetti di quanto questo contenitore è stato riempito con gli allenamenti.
Per riempire il contenitore (il proprio potenziale fisiologico) non si deve pensare solo all’aspetto quantitativo. Per esempio, un podista non diventa un valido maratoneta se misura l’efficacia della propria preparazione con la quantità di chilometri percorsi. Certo, c’è una forte correlazione tra chilometri percorsi e rendimento in gara, ma se un corridore riempie essenzialmente il contenitore dei chilometri con la corsa lenta, rischia di non essere efficiente al ritmo gara.
Si deve sempre considerare che il migliore allenamento da svolgere per ogni specifica competizione è essenzialmente il ritmo gara. Le altre andature sono di supporto a questo aspetto fisiologico.
Pertanto, è anche possibile non allenarsi tanto ma puntare ad arrivare a un livello prossimo a quello di gara, e gestire fisiologicamente bene l’impegno richiesto.
Per esempio, sempre con riferimento alla maratona, meglio 35km fatti per finirli perché sono in tabella oppure 25km a ritmo maratona con parametri fisiologici stabili? … continua a leggere