Ogni anno, in questo periodo, si ripresenta il problema di correre con temperature molto elevate. Il clima, sfavorevole agli sforzi prolungati, riduce l’efficienza dell’organismo: è come se il “funzionamento generale” fosse meno performante, con ripercussioni non solo sul rendimento, ma anche sul benessere percepito. Aumentano le sensazioni di disagio, e la fatica si fa sentire anche nel sostenere carichi relativamente leggeri (ritmi, chilometraggi, tempi di recupero contenuti). In sostanza, risulta impegnativo persino eseguire una semplice corsa lenta. Considerato che questo tipo di stimolo ha effetti allenanti limitati sul sistema cardiocircolatorio, conviene ridurre il chilometraggio delle sedute aerobiche. Ad esempio, percorrere 10 km in scioltezza non contribuisce in modo significativo al miglioramento della forma fisica. Eppure, ho notato che molti amatori continuano a svolgere principalmente sedute di corsa lenta quando il clima è sfavorevole – e anche durante le vacanze, quando il tempo a disposizione è ridotto e si preferisce stare con la famiglia.
Esistono altri stimoli con maggiore efficacia allenante, che richiedono un tempo di esecuzione ridotto ma prevedono pause adeguate. Rientrano in questa categoria le sedute di ripetute brevi, gli sprint in salita e gli esercizi di rafforzamento muscolare. Questi allenamenti coinvolgono in modo marcato il sistema cardiovascolare (in particolare il cuore) e la forza muscolare, contribuendo a migliorare l’efficienza meccanica della corsa. È intuitivo comprendere che non si tratta di stimoli ideali per chi prepara maratone (come Berlino, in programma a metà settembre) o altre distanze lunghe, le quali richiedono necessariamente sedute prolungate di corsa continua. In questi casi, diventa inevitabile affrontare corse di lunga durata anche in condizioni climatiche sfavorevoli. Le ripetute brevi (fino a 500 m) e gli sprint in salita (tra 100 e 200 m) generano effetti intensi sia a livello muscolare sia cardiovascolare. Richiedono pause piuttosto ampie – da eseguire camminando o da fermi permettendo così un parziale recupero fisico – che dovrebbero durare almeno quanto la prova stessa, se non qualche decina di secondi in più. … continua a leggere